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La polvere sotto il tappeto.

Sono diventata abbastanza robusta per riuscire a raccontare questa storia, non senza sentire un po’ di disagio nel descrivere a grandi linee quello che mi è capitato. Ho tenuto sotto il tappeto un bel po’ di polvere; credo sia il caso di sollevarlo per fare prendere aria, perché quando si parla di violenza sulle donne pontificando sul perché non si denuncia l’aggressore, non riesco mai a trovare le parole giuste per descrivere cosa passa per la testa di una persona che è stata aggredita.   C’è voluto un altro trasloco per allineare tutte le bottiglie accumulate in questi mesi, dividerle…

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L’utilità di un pomeriggio inutile

Sono uscita dall’enoteca molto tardi, ma con lo stomaco leggero di chi ha fatto tutto quello che c’era da fare, persino qualcosa in più. Non sono entrata in casa; ho parcheggiato e sono salita in centro a piedi, senza uno scopo preciso. Pochi soldi: più che lo shopping mi voglio concedere dell’hard watching, quello con un po’ di bava alla bocca, tanto per creare delle aspettative che non verranno soddisfatte a breve. Evabbe’. Camminando lungo Corso Vannucci con il naso per aria in un’ora di cui avevo dimenticato l’esistenza, la testa ha cominciato a ragionare seguendo il solito percorso, noto solo…

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Dichiarazione di dipendenza

Mi mette parecchio a disagio questionare sull’ammòre, anche quando sono con le mie sorelle o con gli amici più intimi e si inizia a parlare dei massimi sistemi, magari dopo una solenne bevuta. Alberoni mi è sempre stato un po’ sul culo, con le sue incommensurabili ovvietà spiattellate sulla prima pagina del Corsera, quegli sciocchi articoli caramellati che descrivevano storie d’amore  alla violetta, nato o finito, pubblicate ogni lunedì. Ricordo con affetto che spesso mio padre li ritagliava e me li presentava sotto gli occhi, nel vano tentativo di calmare la mia iracondia dovuta a un fidanzato che deludeva le…

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Un anno in più, ma non si vede (o no?)

Da piccola mi è sempre piaciuto da matti festeggiare il compleanno perché era l’unico momento dell’anno in cui potevo sancire la mia supremazia sulle mie sorelle, più grandi di me, che mi tiranneggiavano nei rimanenti 364 giorni. L’unico problema è che il compleanno cadeva quando le scuole erano chiuse e gli amici in vacanza, perciò durante la temibile pubertà – complice mia madre, nata a luglio prima di me – decisi di barare festeggiando un compleanno fasullo durante un giorno qualsiasi di febbraio, purché fosse durante il carnevale, così la festa era più festa. Per un po’ di anni sono stata un finto Acquario,…

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Friccicori fuori tempo massimo.

Soffro di inquietudine giovanile. Giuro che è vero, inquietudine giovanile; poco importa se tra una manciata di giorni – ma soprattutto se mi regge ancora la pompa – arriverò a quarantun’anni. A questa età ho imparato a misurare le persone facendo tasselli come si fa con i cocomeri e altrettanti ne sono stati fatti a me; non è una cosa per la quale rimanerci male. Si naviga a vista ed è meglio non perdere tempo, che ne rimane poco e non va sprecato. Ecco, poco tempo. Saranno gli ultimi schioppi che ho in canna a farmi ribollire il sangue come…

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La spesa sessuale.

Riesco a riconoscere dopo pochi secondi la persona che si prepara per una cena dai suoceri o con gli amici da quello che prevede un match all’ultimo sangue con la propria compagna. Il primo è dimesso e intimorito, ha le orecchie basse e la voce monotona; nel secondo caso invece trionfa stampato sulla faccia un sorriso da figurine Panini: si prevede seratona all you can eat all’ultima boccia e collasso da distillati, a seguire silenzio stampa delle rispettive mogli-compagne e sciopero del sesso per dieci giorni minimo. L’ultimo tipo descritto trasmette dallo sguardo gonfio di testosterone un certo friccicore che bisogna…

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Lo zio che non vi ho dato.

Accompagnare la nipote quasi diciottenne al locale dove era attesa dagli amici è stata la miglior cosa di questo primo maggio, iniziato con la doverosa telefonata di auguri ai miei genitori per il cinquantunesimo coraggioso anno di matrimonio. Al telefono con mia madre credo di aver finito di espiare gli ultimi peccati recenti, quando con voce commossa mi ricorda che un anno fa annunciavo la mia gravidanza. Sì madre, ricordo anche se vorrei dimenticare. E comunque ora che la mia relazione si è chiusa vorrei che non ti sentissi in dovere di farmi da chiavetta USB, andiamo avanti che la…

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Dentro al vino fino al midollo.

Alle prese con l’ennesimo trasloco, il decimo in sedici anni, mi trovo a regalare generosi vaffanculi distribuiti in vari momenti della giornata. Proprio durante una di queste occasioni che voglio conservare gelosamente nel mio cuore ad imperitura memoria, un amico che si trovava sotto tiro mi ha fatto riflettere su una cosa. Con un raffinato uso di metafore, mi ha chiesto perché sembra che mi roda sempre il culo. Anche quando scrivo, dice, sembra che io ce l’abbia con qualcosa o qualcuno. Non voglio soffermarmi sul florilegio di buffetti, carezzine e pacche sulle spalle che gli ho riservato a seguito di…

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Noi e i nostri parassiti.

Mi sa che quelli della mia generazione sono soggetti alla Tignola della vite. Che a dispetto del nome evocativo e simpatico, si tratta di un parassita. Sì, la Tignola, un lepidottero grosso così dentro la testa. In realtà il nome scientifico della Tignola è Eupoecilia ambiguella; se si fosse chiamata Eupoecilia chiarissima o Eupoecilia evidente, sarebbe stato più semplice. Ma essendo ambiguella, come le caratteristiche dei soggetti infestanti, può anche essere definita Eupoecilia Marco, Francesco, Giovanni, Laura  o Roberta. La Tignola si insedia in ambienti confortevoli, favoriti da un clima mite e umidità controllata, nelle famiglie mediamente agiate e borghesi in…

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Come far fruttare un dispiacere (il vino c’entra sempre).

Mi stavo preparando per un esame universitario rognoso. Voglia zero e professore imprevedibile, mi trovavo di fronte ai libri di Storia Moderna tentando di memorizzare il paragrafo letto per la ventesima volta. Non riuscivo a ricordare nulla, mentre VideoMusic  in sottofondo mandava in loop il video di Macy Gray che mi diceva di muovermi e fare qualcosa, come pensavo di fare qualcosa se nemmeno ci stavo provando. Frustrante. Molti anni dopo ho assistito ad un concerto di Macy Gray: evidentemente lei qualcosa aveva fatto, dandoci dentro a tutto spiano. Si reggeva in piedi per scommessa, quasi non portava a termine un…

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