L’amore è sopravvalutato, per questo esiste il vino.

Un anno fa esatto.

Un anno fa ero felicemente uscita dal tunnel delle aspettative; non pretendevo più niente da nessuno e vivevo il mio personale nirvana guadagnato a colpi di ferite mortali cauterizzate alla bell’e meglio. Desideri azzerati, aspirazioni sopite, nessuna sorpresa. Stavo benissimo.

Tutto era rassicurante e prevedibile fino a quella bottiglia di Lelarge-Pugeot Brut Nature bevuta  di notte a Genova in un rollo dalla decadenza maestosa, che mi ha scagliata fuori dalla bolla confortevole nella quale non vivevo ma mi garantiva il totale controllo delle giornate.

Da allora è stata la fine.

Innamorarsi è la cosa peggiore che possa accadere nella vita di una persona della mia età; quando ci si innamora, ci si espone alle correnti come bambini sudati che corrono senza canottiera; ammalarsi è inevitabile. L’amore, per una persona adulta e con una vita sociale nella media, provoca la stessa reazione che ha Superman quando viene a contatto con kryptonite rossa, quella che causa sbalzi d’umore, crescita improvvisa di peli e unghie (a dire la verità, qui la kryptonite è  marginale) e perdita dei superpoteri. Ecco: quando ci si innamora, si perdono i superpoteri; non conta quanto si è fichi o quanto si viene visti come tali se piaci alla gente che piace. Si deve dimenticare chi si è stati prima di cadere vittime dell’amore mannaro, perché niente sarà più come allora.

Perciò dall’alto della mia vita sentimentale pittoresca, sento il dovere morale di condividere alcune considerazioni.

Se mai dovesse accadere di innamorarsi dopo i quarant’anni, è importante darci dentro con gli aspetti peggiori del proprio carattere. È bene essere sospettosi, tanto prima o poi la persona amata metterà il piede in fallo, dunque mai farsi trovare impreparati e privarsi del godimento di poter esclamare ecco, lo sapevo! Siate pedanti: la pedanteria non è mai sufficiente, è cosa buona e giusta fare i carotaggi alla pazienza della persona amata per vedere fino a quale profondità si nasconde il nervo giusto. Allenate la lagnosità, essere lagnosi fa da collante ad una unione sana; la lagna è il sottofondo ideale per cementificare un amore, come quando ci si abitua al rumore della lavastoviglie prima di prendere sonno; lì per lì dà fastidio, poi diventa indispensabile per addormentarsi. Smettete di tirarvi a lucido, alla nostra età abbiamo ancora pochi colpi in canna, se si tiene davvero alla relazione bisogna farsi vedere in ciabatte e con la canottiera infilata nelle mutande con le mezzelune di stoffa penzoloni. Insomma, è saggio non creare false aspettative su quello che sarà il futuro prossimo. Si suggerisce di dar fondo alle passioni in comune, io ho scelto il vino perché se coltivato da dilettante, male che vada è un ottimo filtro per vedere le persone migliori di quello che sono davvero; seguito in modo professionale invece, permette numerose trasferte e parecchi argomenti di conversazione in più. A proposito di conversazione: conviene andarci giù duri con i musi. Essere musoni, sì. Tanto prima o poi si smette di parlare, quindi bisogna abituarsi subito a lunghi silenzi che sottendono al niente. Insomma: siate sbagliati, perché è inevitabile che la persona amata vi faccia sentire sbagliati, magari nel momento più delicato della vostra vita. Così, quando accadrà, sarete preparati, in parte.

Dopo la bottiglia di champagne, il passo dallo stare con Ridge Forrester che dice di essersi affezionato ai tuoi nei all’uomo in tuta che ciondola per casa, è breve.

Ma va bene così perché prima era facile innamoramento – alcolico? No, direi di no, è stata la leva che mi ha permesso di chiudere una storia morta da un pezzo. Adesso invece è amore adulto.

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