Noi e i nostri parassiti.

Mi sa che quelli della mia generazione sono soggetti alla Tignola della vite. Che a dispetto del nome evocativo e simpatico, si tratta di un parassita. Sì, la Tignola, un lepidottero grosso così dentro la testa.

In realtà il nome scientifico della Tignola è Eupoecilia ambiguella; se si fosse chiamata Eupoecilia chiarissima o Eupoecilia evidente, sarebbe stato più semplice. Ma essendo ambiguella, come le caratteristiche dei soggetti infestanti, può anche essere definita Eupoecilia Marco, Francesco, Giovanni, Laura  o Roberta.

La Tignola si insedia in ambienti confortevoli, favoriti da un clima mite e umidità controllata, nelle famiglie mediamente agiate e borghesi in condizioni di generosa permissività dove la progenie viene protetta dalle insidie della vita, giustificando ogni eccesso della larva di seconda generazione. I rischi ridotti al minimo, la consapevolezza di sé sapientemente lisciata dall’amorevole madre e un ambiente socialmente rispettabile favoriscono l’habitat migliore per la Tignola, che si piazza negli acini di uva portando con sé le sue cose, cioè il bottino di altre infestazioni, e prolifera a tutto spiano.

Le larve della Tignola di prima generazione attaccano i fiori, e successivamente i piccoli di seconda e terza generazione si accaniscono contro i grappoli imbrunendo e disseccando ogni germoglio di entusiasmo e di desiderio di condivisione, danneggiando gli acini e l’autostima.

Gli adulti hanno abitudini crepuscolari notturne; solitamente càpita che attacchino l’acino d’uva quando questo non è disponibile, oppure è concentrato sulla sua carriera e sta tentando di ricostruire un equilibrio lontano dall’infestante lepidottero, perciò succede che la Tignola mandi uno o più segnali melensi e gonfi di desiderio tramite Whatsapp dopo le 23, quando le intenzioni sono volte ad un unico scopo. A tal proposito è bene ribadire che il feromone sessuale della tignola è una miscela di alcoli saturi o insaturi a 12-20 atomi di carbonio, grande stima di sé e parsimonia nel concedersi direttamente proporzionale al farlo come se fosse un privilegio raro a cui l’acino si sottopone ringraziando la Madonnina dei Saldi di Fine Stagione per tanta immeritata fortuna.

Forse non tutti sanno che l’Eupoecilia ambiguella è soggetto a confusione sessuale che si manifesta rilasciando una esagerata quantità di feromone in grado di disorientare i maschi che non sanno se il terreno è già stato marcato da altra presenza; al tempo stesso riduce la possibilità di coprire la femmina che, spaesata, non capisce perché quando lui le ha detto che voleva riaccompagnarla a casa, è stata effettivamente riaccompagnata a casa e arrivederci & grazie.

Nella Tignola, gli sfarfallamenti dei maschi precedono in media quelli delle femmine lanciando segnali confusi e contrastanti: voglio stare con te ma ho bisogno dei miei spazi, ti cerco ma non voglio farmi vedere assieme a te, non voglio che tu vada via ma ti ho vista così decisa quando hai detto di volerlo fare che non ho proprio potuto trattenerti, vorrei fare un figlio ma ho solo quarantacinque anni e non sono ancora sicuro di cosa voglio fare da grande.

Il lepidottero si diffonde e prolifera indisturbato nel mondo, laddove trova terreno fragile e poco solido. Fa razzia del raccolto qualora questo venga concesso per mancanza di fiducia nelle proprie aspettative. È bene specificare che la dannosità della Tignola è correlata alle condizioni ambientali dove alberga un’autostima scarsa, così come alla qualità intrinseca del vitigno, ovvero alla percentuale di masochismo presente in ogni soggetto.

Siamo tutti sotto attacco della Tignola, e forse un po’ di bachi ne abbiamo anche noi, nonostante l’ottimismo ci porti a pensare il contrario.

 

 

 

 

 

 

Immagine cortesemente concessa dall’amico Maruzio Tomassini.

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