L’enoteca dei cuori spezzati.

Mi dai qualcosa che non sia facile da capire? Vorrei  uno di quei vini strani, introvabili, che alla fine non sai se ti piacciono da pazzi o se è solo brodaglia sopravvalutata.

Cosa è successo? Ti vedo troppo spesso, ultimamente. È la terza volta che torni qui e non è passata una settimana dall’ultima visita.

Mi imbarazza un po’ dirlo. Lei mi ha lasciato. Ha dato la colpa al mio lavoro, del resto fare lo chef porta via tanto tempo alla coppia. Però checcazzo avrei preferito saperlo diversamente, senza scoprirlo come nelle migliori commedie pecorecce degli anni 70. Che idiota che sono, mi sento come se le avessi consegnato le palle dandole il permesso di giocarci come un gatto. Dai, dammi una bottiglia strana.

Strana, strana… Che vorrà dire, strana. Tieni, di questa me ne rimangono solo tre. Philippe Bornard, Ploussard Point Barre 2015. Un mio amico lo definisce lisergico, effettivamente ha un colore improbabile; io non ce l’ho fatta a sondarlo fino in fondo, mi sono dovuta fermare appena la bottiglia è finita ma so che ci sarebbe molto altro da studiare.  Dentro ci trovi di tutto; dal sangue di cacciagione passando per lo zenzero e le erbe officinali, non credo sarà difficile scovarci anche un valido motivo per non stare così male. Oh, però almeno una tienila da conto, che non si sa mai.

Ecco, un vino che non capisco! Proprio come lei, non l’ho mai capita e forse per questo mi ha sempre intrigato tanto. Mi  manca. Sì, cazzo se mi manca, dammi tutte le bottiglie che hai, va’.

Oh cavoli, va bene vendere bottiglie, ma non so se sono portata a far la martaflavi dei cuori infranti. Se sa di tappo è un conto, ma per il resto non voglio prendermi questa responsabilità.

        ***

Sono venuta a prendere due bottiglie di Cristal, vorrei il millesimo 2008.  Io e mio marito veniamo tutti gli anni in questo periodo per il Cristal, non so se si ricorda.

Sì che lo ricordo; ricordo soprattutto il senso di amore esclusivo che emanate. Una roba che solo pochi fortunati riescono a trasmettere così intensamente da farla recepire a perfetti sconosciuti tipo me. Piuttosto, visto che tenete alle celebrazioni mi preme ricordarle che il mio compleanno si festeggia il venti luglio.

Eh, purtroppo mio marito non c’è più, sono rimasta sola, però voglio mantenere viva questa tradizione. Che poi io non bevo nemmeno! Mi da queste due bottiglie?

Ahia.

        ***

Sembra passato un giorno da quando raccontavo dei miei clienti alle prese con la spesa sessuale, la bottiglia comprata per un incontro ad alte aspettative. Altri tempi. Sarà una coincidenza curiosa, un caso cui non far troppo caso; sta di fatto che ultimamente, una buona percentuale delle persone che frequentano l’enoteca è in piena crisi sentimentale. Tutto questo genera un po’ di disagio nella mia testa, perché a volte ho la sgradevole sensazione di fare cassa sui patimenti altrui. Poi mi rimetto in bolla e mi convinco che no, non è così; semmai sono in grado di dare il giusto conforto a chi non è nel periodo più facile della propria vita.

Ogni giorno me ne convinco un po’ più, ho le prove sotto gli occhi: una bottiglia di vino non è solo una bottiglia di vino, e non esiste modo più chiaro per dimostrarlo.

 

 

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