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Chi ha tempo può perdere tempo, io no.

Sono finiti i tempi in cui un vino mi piaceva o non mi piaceva affatto; riaffiorano ricordi dolcissimi nei quali se il vino era di mio gradimento, la bevuta scorreva liscia senza troppi sofismi. Allora ero pura!Ora che il mio palato si è smaliziato e ho cominciato a sbagliare da professionista, so di aver perso quella freschezza. Ogni bottiglia stappata diventa un banco di prova dove il liquido viene esaminato con cura: colore, olfatto, gusto; tutte e tre le cose insieme, poi ancora olfatto indugiando un altro po’ con l’assaggio, è corretto ciò che comunica il profumo rispetto al sapore?…

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A che punto eravamo rimasti?

Settembre, l’uva è pronta e Sara pende. Settembre è il mese che segna la venuta del nuovo anno. Si fanno proclami, si stilano liste di cose da fare sognando nuovi progetti, le idee fermentano come succo d’uva sollecitato dai lieviti. Eppure questa volta non riesco a programmare nulla: nessuno slancio né pensiero bello al quale appigliarmi per resistere alle giornate, di certo più corte ma infinite. È un continuo aggiustarmi dentro qualcosa che capita contro la mia volontà, una fatica bestiale, un sentimento di resa, passivo anziché propositivo. Mi chiudo alla vita che si affaccia, la respingo senza sforzo; lo…

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Dentro al vino fino al midollo.

Alle prese con l’ennesimo trasloco, il decimo in sedici anni, mi trovo a regalare generosi vaffanculi distribuiti in vari momenti della giornata. Proprio durante una di queste occasioni che voglio conservare gelosamente nel mio cuore ad imperitura memoria, un amico che si trovava sotto tiro mi ha fatto riflettere su una cosa. Con un raffinato uso di metafore, mi ha chiesto perché sembra che mi roda sempre il culo. Anche quando scrivo, dice, sembra che io ce l’abbia con qualcosa o qualcuno. Non voglio soffermarmi sul florilegio di buffetti, carezzine e pacche sulle spalle che gli ho riservato a seguito di…

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Storia di una grande stanchezza.

  “Se non vi è rimasta molta anima, e lo sapete, vi resta ancora dell’anima.” Incredibile come due grandi annate siano state gli anni più devastanti della mia carriera personale. Duemilaquindici finisci in fretta, archiviamo questi dodici mesi di aspettative disattese e calci sui denti, hai vinto tu e mi arrendo. Basta così. Basta. Come te c’è stato solo il Duemiladieci. Cosa hai vinto, vediamo. Hai vinto una spremuta di anni che mi hai portato via in un’unica botta. Bel bottino, complimenti, certo sei di gusti grossolani. Distribuiscili a chi ne ha più bisogno di me, che ne so, a Belèn;…

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Pubbliche vergogne e virtù private.

Alle esperienze ci sono sempre arrivata con l’ultimo treno disponibile. O meglio, per dirla nel modo giusto, potrei definirmi una vendemmia tardiva. Ho scoperto il vino tardi, molto tardi nonostante la mia famiglia vanti un quarto di sangue veneto. Ricordo che la prima volta che bevvi un prosecco fu a ventidue anni, qualche minuto prima di entrare in un club. Fu il mio amico e mentore* a imporre quel bicchiere troppo gassoso, e bevuto tutto d’un fiato mi sentii la regina di Saba: perfetto per una notte spesa a ballare. Una volta rotto il fiato, sono seguite bevute più o…

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