Parole d’amore sbagliate e Sangiovese

Voglio passare il resto della mia vita con te. Tu lo vuoi?

Stavano bevendo una bottiglia di Giovanna Morganti – Le Trame 2013; era suo desiderio stapparla perché voleva concludere una giornata perfetta trascorsa senza effetti speciali fatta di regolare, cadenzata e confortevole routine quotidiana. Gli rispose che lo amava tantissimo.

Amare tantissimo. È ridondante, pleonastico, del tutto inutile quantificare l’amore. Si è mai sentito dire ti amo abbastanza, o peggio ancora, ti amo poco amore mio? Tanto o poco, è da dilettanti aggiungere la quantità quando pronunciare le due parole vale solo se si sente quella fitta un po’ dolorosa pungere sotto lo sterno, sul petto, proprio dove si concentra il respiro. Dolore dovuto al fatto che non è sufficiente una parola per racchiudere tutto quello che si prova, manca sempre un pezzetto.

Se ne rese conto subito dopo aver chiuso la frase, dunque portò il bicchiere sotto il naso per tuffarcelo dentro e godere di quel meraviglioso Sangiovese intenso, non del tutto chiaro, decisamente  intrigante per l’intensità dei frutti rossi un po’ balsamici freschi e violenti, e quel sentore di cuoio: il profumo che prediligeva tra i tanti e che ricercava ad ogni respiro, perche le ricordava la fierezza dei cavalli sdomi e i pomeriggi passati al maneggio tentando di trovare un po’ di serenità e l’energia per fidarsi ancora della vita.

Ad alcune persone non piace quel sentore leggermente selvatico, ma lei cercava sempre quello in ogni vino che portava al naso: tanto o poco, era l’unica cosa che le dava una leggera fitta sotto lo sterno, che le faceva sospendere il respiro per un secondo, sentendosi finalmente protetta e al sicuro. Diede un sorso lungo e appagante, che rimase in bocca per molto tempo.

Certo che ti voglio.

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