Browsing Category Cosa si dice

Chi ha tempo può perdere tempo, io no.

Sono finiti i tempi in cui un vino mi piaceva o non mi piaceva affatto; riaffiorano ricordi dolcissimi nei quali se il vino era di mio gradimento, la bevuta scorreva liscia senza troppi sofismi. Allora ero pura!Ora che il mio palato si è smaliziato e ho cominciato a sbagliare da professionista, so di aver perso quella freschezza. Ogni bottiglia stappata diventa un banco di prova dove il liquido viene esaminato con cura: colore, olfatto, gusto; tutte e tre le cose insieme, poi ancora olfatto indugiando un altro po’ con l’assaggio, è corretto ciò che comunica il profumo rispetto al sapore?…

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Vecchio leone

Mio padre è nato mentre Hilter rinviava l’invasione della Gran Bretagna; è sufficiente questo per far tremare i polsi di fronte a tanta storia. Non fosse per il fisico asciutto e agile, i capelli ancora grigi e ricci, il cipiglio dello sguardo ogni volta che gli parlo di lavoro e dei progetti che vorrei realizzare, più che un babbo mi sembra di avere a che fare con una sequoia. Mio padre è nato ottant’anni fa e non è mai stato fermo a vivere la vita che gli capitava sotto il culo. Mio padre se l’è creata, una vita. E ancora…

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Niente invano, tutto in vino.

Di tutte le clienti che bazzicano l’enoteca, Lea è la più interessante e quella a cui voglio più bene. Non abbiamo un rapporto di amicizia vero e proprio, la nostra frequentazione si limita alle chiacchiere a fondo perduto mentre si commenta distrattamente una denominazione sottovalutata; tiri di sponda per sentirsi dire ma dai, ma quanto saremo cretine, questa cazzata l’ho fatta pure io! e lasciarla andare via contenta dell’acquisto e con la rassicurante, reciproca consapevolezza di non essere l’unica cogliona ad aver speso troppo tempo con la persona sbagliata. A venti sodissimi anni, mentre si manteneva gli studi universitari lavorando come barista…

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MANIFESTO

Alle rocker patinate e graziosamente trasgressive ho sempre preferito la popstar Britney Spears nella versione Bestia di Satana, quando cioè, in un raptus delirante, è entrata dal parrucchiere e ha preso la macchinetta tosacapelli passandosela sul cranio con gli occhi spiritati. Sono una persona volgare. La mia non è una volgarità d’animo; io sono proprio volgare nel senso che ho un eloquio che spesso è volgare, mi fanno ridacchiare sotto i baffi le battute volgari, la volgarità ha un effetto attraente e repulsivo, lo stesso che provo per i formaggi che non mangio: più puzzano e più li annuserei per…

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Noi e i nostri parassiti.

Mi sa che quelli della mia generazione sono soggetti alla Tignola della vite. Che a dispetto del nome evocativo e simpatico, si tratta di un parassita. Sì, la Tignola, un lepidottero grosso così dentro la testa. In realtà il nome scientifico della Tignola è Eupoecilia ambiguella; se si fosse chiamata Eupoecilia chiarissima o Eupoecilia evidente, sarebbe stato più semplice. Ma essendo ambiguella, come le caratteristiche dei soggetti infestanti, può anche essere definita Eupoecilia Marco, Francesco, Giovanni, Laura  o Roberta. La Tignola si insedia in ambienti confortevoli, favoriti da un clima mite e umidità controllata, nelle famiglie mediamente agiate e borghesi in…

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Come far fruttare un dispiacere (il vino c’entra sempre).

Mi stavo preparando per un esame universitario rognoso. Voglia zero e professore imprevedibile, mi trovavo di fronte ai libri di Storia Moderna tentando di memorizzare il paragrafo letto per la ventesima volta. Non riuscivo a ricordare nulla, mentre VideoMusic  in sottofondo mandava in loop il video di Macy Gray che mi diceva di muovermi e fare qualcosa, come pensavo di fare qualcosa se nemmeno ci stavo provando. Frustrante. Molti anni dopo ho assistito ad un concerto di Macy Gray: evidentemente lei qualcosa aveva fatto, dandoci dentro a tutto spiano. Si reggeva in piedi per scommessa, quasi non portava a termine un…

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Felicità: un bicchiere di vino o fare un bambino.

Un sabato sera in casa con un paio di amiche. Il compagno, che non distingue un vino da due euro da uno che ne costa duecento, si è saggiamente defilato per lasciarmi spazio sufficiente a dare un motivo alla riunione: ho scampato un esame clinico piuttosto fastidioso; devo riprendere le forze e lo faccio bevendo vini del Sud, salentini per la precisione. Negroamaro Doxi Alezio della cantina Coppola a volontà, lo ha portato un’amica, devo prendere energie. Il negroamaro è denso, un balsamo che dà conforto. Abbiamo superato abbondantemente l’età per avere un bambino nel pieno delle nostre forze. Sarà…

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Tignosa e tenace.

La mia autobiografia non autorizzata riporta quanto accadde al 1978. Avevo tre anni da un mese e come di consueto eravamo diretti ad Asiago, a casa dei nonni materni, per festeggiare il Ferragosto con il resto della famiglia. Papà decise di fare una piccola deviazione portando le sue donne a vedere Venezia. Arrivati al Lido, io decisi di fare il bagno. Era estate, c’era l’acqua. Era una richiesta più che ovvia. I miei naturalmente si opposero cercando di farmi ragionare: non eravamo andati là per fare il bagno, inoltre non avevo il costume né l’asciugamano; non c’era tempo e forse…

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Salvare la bottiglia o un’amica?

“Ho fatto il calcolo: è la terza cucina che compro per un altro!” Ci siamo appena salutate e Francesca irrompe nella mia di cucina, con il passo del bersagliere;  il piglio di chi si trova a dover dare risposte all’uomo che non deve chiedere mai . In mano tiene un cesto pieno di avanzi del Natale passato da due giorni. Sospiro. Ho capito che devo tirar fuori dal frigo una boccia superiore. Fortuna ho un Jacquesson Sette-e-qualcosa dalla bollicina potente e finissima: la farò ragionare, vediamo con quale umore uscirà da questa casa. “La prima per Stronzino, la seconda per Babbeo…

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Se la faccia presenta il conto.

Schizzo a matita dell'amico F.S. in arte Sudario Brando, che quei momenti se li ricorda bene perché è allora che ci siamo conosciuti.

Domenica cupa, mi sveglio con l’umore storto. Dopo la consueta doccia, passo alla conta dei difetti allo specchio. Oggi la parte del corpo che merita tutta la mia concentrazione e fastidio è, vediamo vediamo, sì è il collo. Un collo lungo, rilassato, che mostra gli anelli; ne conto due ben visibili. Hanno un nome che è un’evidente presa in giro: collane di Venere. Sembrano gli archetti del vino sul bicchiere, quando una mano petulante agita troppo e senza necessità il liquido contenuto dal vetro lasciando segni netti. Guarda caso, il motivo di tali segni, sia sul vetro che sul collo,…

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