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Fine dei giochi, ovvero quando il tuo corpo decide per te.

Bevo sorsi generosi di Casa Coste Piane pensando che di tutte le uve che si fanno rifermentare in bottiglia, la glera resta imbattuta per resa in termini di godimento. Per quello che mi riguarda, è proprio la sua natura che chiede la rifermentazione capace di dare alla bevuta la freschezza che ci si aspetta, sostenuta da una profondità che mi sorprende ogni volta che stappo una bottiglia così. I sorsi accompagnano un filo di pensieri che non riesco a mettere in riga, il cui unico denominatore comune è la naturale vocazione delle cose. La glera rifermenta e diventa vino frizzante:…

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Quando il mondo è cambiato, ho deciso di cambiare anche io.

Ho scritto e cancellato, riscritto e revisionato questo post; nonostante ciò ai miei occhi continua ad essere ridondante e ampolloso. I pensieri si affastellano e le parole giuste sono tutte lì, sulla punta delle dita che non riescono a battere i tasti come si deve per dare un ordine, un senso, un’idea di quello che sto vivendo emotivamente da tre mesi a questa parte. Un grande dispendio di energia, mille pensieri e la sensazione di non riuscire a fare le cose per tempo, come se stessi sempre ai piedi della montagna da scalare; fortunatamente ho il sostegno e l’aiuto di…

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Tutto quello che non avremmo mai voluto leggere di un prosecco rosé

Chi crede in qualche dio lo sa: esiste un inferno destinato a chi sfrutta per il proprio tornaconto, fenomeni deprecabili e da condannare senza possibilità di appello. Il comunicato stampa per la promozione del Prosecco Rosé Brut di Follador: lanciato con il nobile intento di sensibilizzare le genti sul tema della violenza sulle donne in occasione del 25 novembre prossimo, il comunicato fa leva su tutte le più becere e ruffiane rappresentazioni della solidarietà pelosa, senza contare (l’ involontaria?) associazione tra violenza sulle donne e consumo di alcol; vediamo nel dettaglio. Si parte dal primo paragrafo che recita così: “È…

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Vecchio leone

Mio padre è nato mentre Hilter rinviava l’invasione della Gran Bretagna; è sufficiente questo per far tremare i polsi di fronte a tanta storia. Non fosse per il fisico asciutto e agile, i capelli ancora grigi e ricci, il cipiglio dello sguardo ogni volta che gli parlo di lavoro e dei progetti che vorrei realizzare, più che un babbo mi sembra di avere a che fare con una sequoia. Mio padre è nato ottant’anni fa e non è mai stato fermo a vivere la vita che gli capitava sotto il culo. Mio padre se l’è creata, una vita. E ancora…

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La gloriosa fine di un anno poco dignitoso.

Uscita dall’enoteca vado al parcheggio dove mi ferma un tipo. Mi chiede se sono la proprietaria della tal auto. Sì, sono io. Mi spiega che mentre non c’ero, una signora mi è venuta addosso con la sua di auto, ed è scappata via. Nonostante la fuga, il tipo ha preso il numero di targa; me lo porge. Tutto qui; quest’anno finisce così come è cominciato. Merda a sprazzi intervallata da moti di gentilezza da parte di sconosciuti. Ma che mi frega, l’importante è essere bellissimi, avere una carrozzeria solida nonostante l’età, e bere bene. Come la mia auto.

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L’enoteca dei cuori spezzati.

Mi dai qualcosa che non sia facile da capire? Vorrei  uno di quei vini strani, introvabili, che alla fine non sai se ti piacciono da pazzi o se è solo brodaglia sopravvalutata. Cosa è successo? Ti vedo troppo spesso, ultimamente. È la terza volta che torni qui e non è passata una settimana dall’ultima visita. Mi imbarazza un po’ dirlo. Lei mi ha lasciato. Ha dato la colpa al mio lavoro, del resto fare lo chef porta via tanto tempo alla coppia. Però checcazzo avrei preferito saperlo diversamente, senza scoprirlo come nelle migliori commedie pecorecce degli anni 70. Che idiota…

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A che punto eravamo rimasti?

Settembre, l’uva è pronta e Sara pende. Settembre è il mese che segna la venuta del nuovo anno. Si fanno proclami, si stilano liste di cose da fare sognando nuovi progetti, le idee fermentano come succo d’uva sollecitato dai lieviti. Eppure questa volta non riesco a programmare nulla: nessuno slancio né pensiero bello al quale appigliarmi per resistere alle giornate, di certo più corte ma infinite. È un continuo aggiustarmi dentro qualcosa che capita contro la mia volontà, una fatica bestiale, un sentimento di resa, passivo anziché propositivo. Mi chiudo alla vita che si affaccia, la respingo senza sforzo; lo…

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Storia di una anziana ribelle

La signora Effe era una donna di una certa età minuscola e asciutta. Si era sposata da giovane, e aveva messo al mondo tre figli di cui andava molto fiera. Appena la prole si rese autonoma, la signora Effe mise fine al suo matrimonio divorziando dal marito al quale offriva servizio come donna delle pulizie. La signora Effe prestava servizio anche a casa dei coniugi Gi. Ossequiosa e riverente, quando i due erano semplici conviventi Effe si rivolgeva alla Gi appellandola signorina. Subito dopo aver contratto regolare matrimonio, Effe prese a chiamare la novella sposa Signora Gi, con la esse…

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La felicità prêt-à-manger

Si devono superare le correnti gravitazionali e tutte le fasi di trasformazione da crisalide in Super Sayan; uscire indenni da svariati anni del coglione che fanno da compendio a rapporti vacui e inutili perdite di tempo; contare gli anelli concentrici che sedimentano nelle cosce come una pelle che si rinnova anno dopo anno, conseguenza del cibo ingollato senza fame per riempire gli spazi vuoti dello stomaco e nel cuore; tagli di capelli improbabili che gridano aiuto al mondo; tensioni emotive che non si possono proprio spiegare perché le parole conosciute non sono sufficienti; pianti solitari in letti a due piazze,…

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Il tannino nel sangue.

Un’altra domenica piovosa a ricordarci che non siamo usciti del tutto da un inverno paludoso. Mia mamma oggi è sola. La passo a prendere e la porto fuori per una grigliata. Il posto in cui siamo è alla buona, lei è contenta e fa un sacco di domande sulle mie giornate. All’improvviso realizzo che mi trovo a ricoprire il ruolo che solitamente spetta all’altro commensale: tante attenzioni riversate su di me mentre io provo più interesse ad osservare cosa accade nella sala. Rispondo distrattamente, sono deconcentrata e penso ad altro. Mi detesto un po’ per questo, perciò le carezzo la…

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